Nel corso della vita possono verificarsi delle situazioni per le quali è impossibile continuare a lavorare. In questi casi è possibile chiedere l’aspettativa dal lavoro. Anche se non lavori hai comunque la possibilità di conservare il posto di lavoro, ma non è previsto alcun trattamento economico.
Viene garantita la conservazione del posto ma senza stipendio, perciò si parla di aspettativa non retribuita, salvo quei casi previsti dalla legge e dai diversi contratti collettivi nazionali che analizziamo di seguito. La normativa sancisce anche se durante l’aspettativa maturano mensilità aggiuntive, anzianità di servizio, ferie, permessi e trattamento di fine rapporto.
I motivi per astenersi dal lavoro possono essere personali o familiari e per richiedere l’aspettativa bisogna seguire un iter preciso. Il datore di lavoro può anche rifiutare di concedere l’aspettativa, ma deve fornire una motivazione scritta.
Qual è la normativa che regola l’aspettativa dal lavoro?
La normativa che regola l’aspettativa dal lavoro è la Legge 8 marzo 2000, n. 5 che fa riferimento alle “Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città”. Il testo comprende 28 articoli che trattano varie questioni come l’astensione dal lavoro, l’aspettativa dal lavoro, i congedi di maternità e paternità, il prolungamento dell’età pensionabile e la sostituzione dei lavoratori in astensione.
L’obiettivo della normativa è istituire congedi parentali e per la formazione continua, estendere il sostegno ai genitori di persone diversamente abili e sostenere la flessibilità dell’orario lavorativo.
Quando viene concessa e quanto dura?
Per richiedere l’aspettativa dal lavoro, devi certificare la sussistenza delle ragioni che la motivino. Può durare fino ad un massimo di due anni della tua vita lavorativa, ma eventualmente puoi anche suddividerla in base alle esigenze.
Può essere concessa per vari motivi, tra cui:
- la necessità di sottoporsi ad un periodo di riabilitazione a causa di una tossicodipendenza accertata;
- presenza di effettivi motivi personali e familiari che rendono complicato il normale svolgimento del lavoro;
- assistenza ad un familiare malato o portatore di handicap;
- frequentazione di corsi di formazione o percorsi finalizzati ad ottenere un titolo di studio;
- ricongiungimento con un coniuge residente all’estero. Tale situazione è prevista solo per i dipendenti pubblici, i cui coniugi, anch’essi dipendenti pubblici, risiedono in una città estera dove non è possibile trasferire il lavoratore che richiede l’aspettativa;
- azione di volontariato, che può variare da 30 giorni consecutivi a 90 giorni spalmati in un anno, in seguito a calamità naturali. In caso di dichiarato stato di emergenza, il periodo di astensione dal lavoro può passare fino a 60 e 180 giorni;
- il lavoratore deve ricoprire una carica pubblica elettiva ed il periodo di astensione dura per tutto il tempo di permanenza in carica;
- il lavoratore decide di avviare una sua attività, ma tale condizione è prevista solo per i dipendenti pubblici.
Aspettativa dal lavoro retribuita, quando è possibile richiederla?
Come accennato precedentemente, in alcuni casi è possibile richiedere l’aspettativa dal lavoro retribuita.
Se devi assistere un familiare con una disabilità grave, puoi accedere al cosiddetto congedo straordinario. Dura fino ad un massimo di 2 anni e prevede il pagamento dello stipendio e dei contributi figurativi, cioè non versati né dal lavoratore né dal datore.
Il congedo matrimoniale, generalmente della durata di 15 giorni, può essere chiesto per il viaggio di nozze. Non necessariamente però deve essere richiesto nei giorni immediatamente successivi al matrimonio.
Puoi richiedere l’aspettativa dal lavoro retribuita per volontariato, purché tu svolga una collaborazione con associazioni che fanno parte dell’Agenzia di protezione civile.
Infine ti spetta la retribuzione, se sei un dipendente pubblico, quando svolgi un dottorato di ricerca senza però beneficiare di una borsa di studio.
L’aspettativa può anche essere revocata per ragioni di servizio, in particolare se è stata concessa per motivi familiari o se viene meno la motivazione per la quale è stata richiesta.
Se ad esempio muore il familiare per il quale è richiesta l’aspettativa, o se si divorzia dal coniuge per il quale si è richiesto il ricongiungimento familiare, l’aspettativa può essere revocata.
Qual è l’iter burocratico da seguire?
Per presentare la domanda relativa all’aspettativa del lavoro, l’iter burocratico varia a seconda delle motivazioni.
Per richiedere l’astensione dal lavoro per motivi di salute, personali, un membro della famiglia che ha bisogno di assistenza o è portatore di handicap, devi dimostrare la sussistenza di tali condizioni agli organi preposti, generalmente all’INPS.
Non necessariamente devi però rivolgerti all’INPS, ma puoi anche recarti direttamente presso il tuo datore di lavoro, magari tramite l’ufficio del personale se è presente.
Successivamente devi utilizzare un apposito modulo disponibile presso l’ufficio del personale, oppure reperibile online. L’azienda è tenuta a rispondere in forma scritta, indicando le motivazioni in caso di diniego .
Naturalmente non puoi richiedere un’aspettativa non retribuita per svolgere un altro lavoro, se lavori nel settore privato. I dipendenti pubblici possono invece richiederla, per la durata massima di un anno, se intendono avviare un’attività in proprio.
Per inviare la domanda ti consiglio comunque di avvalerti del supporto di un patronato, che solitamente sa già come affrontare le tortuose strade della burocrazia. Ad ogni modo devi fornire al tuo datore di lavoro anche un’auto-dichiarazione.
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