Come capire se mio figlio è bullizzato? É una domanda che giustamente si pongono molte mamme, poiché questo fenomeno sta dilagando in maniera incontrollata e sta peggiorando con l’avvento dei social, che ha favorito la nascita di un nuovo “filone”: il cyberbullismo.
I bulli purtroppo non si rendono conto qual è il confine tra scherzo e bullismo, provocando così conseguenze fisiche e psicologiche gravissime per le vittime. Generalmente si tratta di bambini e adolescenti, che quindi non hanno la maturità per comprendere la gravità delle loro azioni.
Ecco perché gli adulti, in particolare i genitori, devono monitorare attentamente affinché non ci siano situazioni preoccupanti e intervenire tempestivamente se necessario.
Conoscere il bullismo
Per prima cosa è importante capire quali sono le caratteristiche distintive del bullismo. Il fenomeno non va assolutamente ignorato o minimizzato, ma non si deve neanche ingigantire più di tanto quella che magari è una banale lite tra ragazzi.
Per parlare di bullismo devono verificarsi almeno 3 condizioni:
- durata nel tempo: un singolo episodio non può essere qualificato come atto di bullismo. Il discorso cambia radicalmente se gli episodi si protraggono nel tempo per settimane, mesi o addirittura anni;
- intenzionalità a ferire: il bullo agisce con la volontà di ferire fisicamente o psicologicamente la vittima;
- asimmetria di potere: il bullo agisce perché sa di essere in una posizione fisica o psicologica di forza, o magari perché ha più amici a sostenerlo.
Il bullismo può manifestarsi in vari modi e le violenze possono essere di tipo:
- verbale: prese in giro o minacce rivolte in pubblico o sui social;
- fisiche: pugni, calci, schiaffi;
- strumentali: furto di denaro, merende, oggetti ecc.;
- sociali: isolamento dal gruppo o diffusione di notizie false o di segreti personali.
Oltre al bullo ci sono altre persone che, pur non agendo direttamente, contribuiscono ad alimentare questo fenomeno. Tra questi ci sono i sostenitori, che incitano il bullo, e gli aiutanti che partecipano in modo diretto o indiretto. E infine ci sono i cosiddetti spettatori, adulti o ragazzi, che pur assistendo alle violenze fisiche o verbali non fanno e non dicono nulla.
Queste figure hanno però una grande importanza poiché sono quelle che maggiormente possono aiutarti a capire se tuo figlio è vittima di bullismo e sulle quali fare leva per convincere il bullo a smetterla.
Come capire se mio figlio è bullizzato? I campanelli d’allarme da non sottovalutare
I bambini o i ragazzi bullizzati purtroppo tendono a non parlare dei loro problemi, magari perché si vergognano, si sentono inadeguati o hanno timore della reazione dei bulli.
Cosa devi fare in questi casi? Devi osservare silenziosamente tuo figlio per individuare alcuni sintomi che potrebbero rivelarti qualcosa. Potrebbe capitare che tuo figlio si alza con difficoltà e spesso inventa scuse per non andare a scuola, che ha difficoltà a concentrarsi o che i suoi voti iniziano a peggiorare improvvisamente.
Fai caso se tuo figlio fa percorsi diversi per raggiungere la scuola, se fa incubi ricorrenti, se ha crisi di pianto o se è particolarmente silenzioso.
Anche il corpo può “parlare”: senza farti notare cerca di notare se ci sono graffi o lividi sul corpo o se i vestiti sono sporchi e strappati. Altro campanello d’allarme è la scarsa voglia di uscire o l’assenza di amici.
Tuo figlio “perde” spesso oggetti, come penne, orologi, bracciali ecc.? Potrebbe essere un altro sintomo di bullizzazione. Infine è sospetto se tuo figlio scatta quando qualcuno si avvicina al suo telefono o se tiene spesso nascosto il cellulare.
Come comportarsi?
Hai notato molti di questi sintomi? Allora c’è il serio rischio che tuo figlio sia effettivamente bullizzato.
In molti casi la soluzione migliore è quella più semplice: porgli domande dirette per sapere se qualcuno gli usa violenza fisica o psicologica. Magari all’inizio potrebbe essere restio a parlare, ma dopo essersi sfogato si sentirà molto meglio e soprattutto tu potrai adottare le contromisure migliori.
Cosa fare se scopri che tuo figlio è vittima di bullismo? Per prima cosa vai a parlare a scuola che, secondo le Linee di Orientamento dei MIUR, deve adottare tutte le misure di prevenzione e di risoluzione di episodi di bullismo. Ogni scuola per legge deve avere un referente apposito per contrastare casi di bullismo e di cyberbullismo.
Coinvolgi anche tuo figlio nell’adottare la strategia condivisa, così da responsabilizzarlo e stimolando una sua reazione. Naturalmente per reazione non significa rispondere in maniera violenta agli attacchi fisici e verbali del bullo, ma semplicemente denunciare gli episodi ai maestri e ai professori.
Il cyberbullismo sta assumendo forme sempre più subdole e non sono rari i casi in cui girano foto imbarazzanti di bambini o ragazzi online. Sappi che c’è una legge contro la diffusione di foto private non consentite e in questi casi si può richiedere la rimozione dei contenuti dai social network e dall’online. Se tuo figlio ha meno di 14 anni devi farlo tu, altrimenti lo può fare in totale autonomia.
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