Come tornare al lavoro in fase di allattamento? Una domanda che si pongono molte neomamme. Conciliare il ritorno al lavoro e l’allattamento del proprio piccolo può sembrare impossibile ma per le donne, campionesse di equilibrismo, nessuna sfida è impossibile.
Naturalmente bisogna però adottare delle contromisure e delle “best practices” che consentono di ottimizzare il tempo a disposizione, tornare al lavoro gradualmente e soprattutto garantire al neonato un allattamento adeguato per una crescita sana e robusta.
In questo articolo abbiamo quindi preparato una piccola lista di consigli per le neomamme che desiderano tornare al lavoro gradualmente ma senza incidere sulla qualità della crescita del loro piccolo.
LEGGI ANCHE: Come risparmiare con un neonato
Come tornare al lavoro in fase di allattamento: le agevolazioni del D.L. 151/2001
Per prima cosa è importante conoscere le agevolazioni presenti nella normativa italiana a beneficio delle neomamme che devono tornare al lavoro. L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di allattare il bimbo almeno fino a 6 mesi di vita, una raccomandazione che si scontra con la cruda realtà dei dati Istat, secondo i quali le donne che allattano tra il terzo ed il sesto mese di vita rappresentano addirittura il 6%. Tra i motivi di questo drastico calo c’è appunto il rientro al lavoro.
Perciò è importante conoscere il D.L. 151/2001 che, oltre al divieto di licenziamento fino ad un anno di età del bambino, assicura periodi di congedo se necessari e rende il rientro al lavoro molto più sereno e tranquillo.
Il decreto inoltre consente di usufruire di alcune ore al giorno dedicate all’allattamento del piccolo, che si possono così distribuire: un’ora ogni 6 ore e 2 volte al giorno durante il turno lavorativo.
Se in azienda è presente un asilo nido, la mamma può lasciare lì il neonato con il permesso di allattarlo un’ora al giorno. Dopo il parto la donna ha il diritto a 5 mesi di congedo, eventualmente estendibili fino a 10 mesi se il genitore è single.
Ed ancora è possibile richiedere dai 3 fino ai 5 giorni di malattia all’anno, se il bambino ha tra i 3 e gli 8 anni di vita.
Come pianificare il rientro
Una delle cose più importanti è pianificare il rientro secondo i propri tempi, le proprie necessità e la tipologia di lavoro. Altre cose da tenere a mente sono l’età del bambino, la distanza dal luogo di lavoro, le ore di assenza ecc.
La soluzione migliore per molte donne sarebbe il telelavoro o lo smart working, pratiche che consentono di continuare a lavorare ed allattare contemporaneamente il bambino, organizzandosi secondo i propri tempi e le proprie necessità.
Chi invece lavora part-time potrebbe allattare il neonato prima di uscire di casa ed appena rientra. Quando la mamma è fuori si può quindi tamponare la fame del piccolo somministrandogli spuntini diversi dal latte.
Se il luogo di lavoro non è distante da casa, allora la mamma ne può approfittare per recarsi presso la propria abitazione nei momenti di pausa, oppure chiedere ad una persona di portarle il piccolo e provvedere alla poppata.
Se in azienda c’è un asilo nido, allora molti dei problemi possono essere risolti. In tal caso infatti la mamma può recarsi quando vuole presso l’asilo nido, potendo svolgere il suo lavoro anche con maggiore serenità.
Estrarre il latte
Nessuna delle soluzioni indicate è percorribile poiché non c’è un asilo nido aziendale, poiché lavori full time o perché il luogo di lavoro è molto distante dalla tua casa?
Non preoccuparti, c’è una soluzione a tutto, ma in questo caso devi organizzarti con un po’ di anticipo. Come? Facendo scorte di latte da utilizzare al momento opportuno quando non sei presente fisicamente per allattare il piccolo.
Dovresti iniziare ad estrarre il latte almeno 15-20 giorni prima della data prevista per il rientro, così da prendere familiarità sia con il tiralatte, generalmente lo strumento più utilizzato, sia per capire meglio la tecnica di estrazione.
Si presume che, in tua assenza, sarà una baby-sitter, una sorella, un nonno o un parente a badare al neonato in tua assenza. La persona che si occuperà del piccolo dovrebbe quindi trascorrere del tempo con lui e, allo stesso tempo, imparare ad utilizzare gli strumenti per dare il latte al bebè. Per i poppanti di pochi mesi è preferibile evitare il biberon, meglio un bicchiere o una tazzina.
Il tuo lavoro ti impone assenze anche prolungate? Allora per garantire al tuo piccolo la produzione regolare di latte, dovresti organizzarti per riuscire ad estrarre il latte anche fuori casa. Il tuo kit andrebbe poi custodito in una borsa termica, per conservare e trasportare adeguatamente il latte.
Come tornare al lavoro in fase di allattamento: parla col tuo datore di lavoro
Parla col tuo datore di lavoro e spiegagli la tua situazione, affinché possa adottare tutte le misure necessarie per consentirti di lavorare in un ambiente sicuro e sereno.
Sarebbe un’ottima idea richiedere la presenza di un posto tranquillo dove estrarre il latte, ed anche un frigorifero dove conservarlo.
Sono operazioni che non stravolgono l’operatività dell’azienda e, anzi, contribuiscono a creare un clima più sereno e produttivo nel luogo di lavoro sia per la neomamma che per tutti gli altri dipendenti, i quali apprezzano gli sforzi che il datore di lavoro compie per il benessere dei suoi collaboratori.
Foto: Pixabay