Figli al lavoro: sì o no? I pro, i contro e i consigli da seguire

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Figli al lavoro

Essere madre e lavorare è una delle sfide più difficili che una donna possa affrontare. La pressione di gestire, contemporaneamente, il ruolo di mamma e di lavoratrice può essere infatti carico di responsabilità e quindi molto stressante. Ecco quindi che portare i figli al lavoro diventa una soluzione percorribile, ma non sempre.

In questo articolo esaminiamo il tema dal punto di vista femminile, considerando le sfide che ogni giorno le donne devono sostenere mentre cercano di conciliare la propria carriera professionale con la cura dei figli.

È possibile portare i figli sul posto di lavoro?

La possibilità di portare i figli sul proprio posto di lavoro dipende dalle leggi e dalla politica dell’azienda presso la quale si è impiegate. In generale molte aziende lo vietano, anche se negli ultimi anni la situazione si è evoluta.

Alcune aziende infatti offrono programmi di assistenza per l’infanzia che consentono ai dipendenti di portare i figli in ufficio per un periodo di tempo concordato. Se la propria impresa lo consente la mamma lavoratrice può portare con sé i bambini, purché sia comunque in grado di svolgere i compiti a lei assegnati.

È importante, allo stesso tempo, che il piccolo abbia una certa autonomia e che non disturbi gli altri impiegati. Spesso per evitare questo le aziende ben organizzate hanno al loro interno un vero e proprio nido dove i più piccoli possono essere accuditi dalle educatrici.

Regole per portare i figli al lavoro

Prima di portare i figli a lavoro è necessario seguire alcune regole fondamentali. Innanzitutto è importante assicurarsi che il bambino sia in grado di comportarsi adeguatamente durante le ore passate in ufficio.

Bisogna anche essere consapevoli della reazione degli altri dipendenti e accertarsi che non ci siano problemi o fastidiose interruzioni dovute al suo comportamento. Infine è necessario prendere accordi con i colleghi su come gestire eventuali situazioni spigolose o problematiche generate dalla presenza del bambino nell’ambiente di lavoro.

Vantaggi e svantaggi collegati alla presenza dei figli in ufficio

Portare i figli sul proprio posto di lavoro presenta diversi vantaggi. Il principale è quello di evitare la ricerca costante e complicata di una baby sitter o della scuola materna, con tutti i problemi e le spese che ne derivano. Inoltre le mamme possono essere maggiormente coinvolte nell’educazione dei propri figli, perché hanno la possibilità di controllarli durante la giornata lavorativa in modo da essere più consapevoli delle loro attività.

Tuttavia ci sono anche degli svantaggi: si rischia infatti che il bambino causi distrazioni e interruzioni, rendendo più difficile il completamento delle mansioni assegnate, con la probabilità che la mamma si senta sopraffatta dal carico di lavoro e dalle responsabilità familiari.

Chi ha figli ha diritto allo smart working?

Chi ha figli può accedere ai benefici dello smart working? La risposta è sì, ma ovviamente devono sussistere determinate condizioni:

  • avere almeno un figlio convivente che abbia meno di 14 anni;
  • sia madre che padre devono essere lavoratori e non devono percepire sussidi statali;
  • può fare richiesta solo un genitore;
  • l’attività deve rientrare tra quelle che possono essere svolte da remoto.

Qualora esistessero queste condizioni, l’azienda deve concedere questa possibilità anche senza accordi precedenti. Se questo diritto venisse negato allora la cosa migliore da fare è rivolgersi ad un sindacato.

Dove lasciare i propri figli per lavoro?

Ci sono delle alternative a quella di portare i figli sul proprio posto di lavoro e allo smart working. Le più praticabili sono quelle di affidare il bambino ad un servizio di baby sitting o a un centro educativo specializzato. Queste soluzioni offrono alle donne un ottimo compromesso tra cura della famiglia e carriera professionale. Le mamme, infatti, sono sicure che il proprio piccolo è in buone mani mentre loro sono al lavoro e quindi possono concentrarsi e dare il massimo senza preoccupazioni.

Come gestire figli e lavoro

Conciliare famiglia e carriera professionale non è semplice, ma con le giuste strategie è possibile. La prima cosa da fare è cercare soluzioni in ufficio, come ad esempio:

  • chiedere all’azienda orari più elastici o flessibili;
  • poter lavorare da casa;
  • usufruire delle ferie per accudire i figli;
  • fare richiesta di lavoro part time.

Un’altra strategia efficace è quella di delegare parte degli impegni agli altri familiari. Diventando un team, infatti, si possono trovare soluzioni equilibrate per tutti in maniera più semplice. Infine bisognerebbe rinunciare a qualche attività extra-lavorativa, ogni qualvolta ce ne fosse bisogno, dato che le priorità restano sempre le necessità della famiglia.

Conclusioni

Conciliare figli e lavoro rappresenta una sfida importante per le mamme lavoratrici. La gestione della vita familiare, dei ruoli di genere e dei bisogni dei bambini richiede una grande quantità di energia, tempo ed equilibrio, ma è anche un’opportunità per insegnare ai propri figli i valori dell’impegno, del rispetto e della responsabilità.

Per le famiglie moderne comprendere come bilanciare i ruoli di genere e le responsabilità implicate dall’avere i propri figli in ufficio con sé è diventato sempre più importante e, se fatto correttamente, può portare benessere per tutti.

Foto: Pixabay

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Pina Tamburrino
Presidentessa Osservatorio Mondo Retail - MagicStore

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