Sia per la crisi economica sia per la difficoltà di trovare un posto fisso in Italia sta crescendo la voglia di creare una propria attività.
Da un punto di vista imprenditoriale c’è grande fermento nel mondo femminile ed infatti sono diverse le donne manager che hanno intenzione di lanciare un’attività, un’impresa o una start up tutta “in rosa”.
Poiché sono disponibili diversi bandi per le donne imprenditrici in questo articolo ti spiego come richiedere i finanziamenti per le imprese e le start up al femminile, quali sono i bandi a disposizione e quali sono le modalità per presentare domanda.
Come richiedere i finanziamenti: i requisiti richiesti
La legge 215/92 “Azioni positive per l’imprenditoria femminile” stabilisce i paletti entro cui bisogna muoversi per richiedere i finanziamenti agevolati per le imprese costituite o da costituire con una netta prevalenza femminile, di seguito i requisiti:
- Innanzitutto la titolare della ditta individuale deve essere donna;
- nelle società di persone e cooperative il 60% dei soci deve essere composto da donne;
- nelle società di capitali almeno 2/3 delle quote devono essere in possesso di donne e
- l’amministrazione deve essere composta per almeno 1/3 da donne.
I requisiti per le PMI per accedere ai finanziamenti agevolati per le donne sono invece i seguenti:
- devono avere meno di 50 dipendenti;
- avere un fatturato inferiore ai 7 milioni di euro o 5 milioni di totale in bilancio;
- non essere dipendenti da imprese partecipanti.
Come presentare domanda per i finanziamenti agevolati donne 2019
Le donne che vogliono accedere ai finanziamenti agevolati devono controllare l’uscita dei bandi sul sito del MISE o della propria regione. I bandi vengono pubblicati periodicamente ed indicano i fondi da destinare, le modalità di finanziamento a fondo perduto e le agevolazioni per l’imprenditoria femminile.
Le donne interessate dopo l’uscita del bando devono verificare se sono in possesso dei requisiti richiesti e poi presentare la domanda utilizzando i moduli presenti sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico.
L’Ente gestore dopo aver raccolto tutte le domande provvederà a stilare la pubblicazione della graduatoria ed i criteri di valutazione sono i seguenti:
- occupazione;
- fattibilità dell’idea di impresa;
- partecipazione femminile;
- business plan;
- certificazioni ambientali e di qualità.
Le tipologie di bandi disponibili
In base alla struttura della società costituita o da costituire ed alle sue finalità le donne imprenditrici possono valutare e scegliere il bando presso cui presentare la domanda. I più importanti sono: il Fondo di Garanzia, l’Autoimpiego Invitalia, il Microcredito, le agevolazioni per avviare l’attività imprenditoriale ed i contributi a fondo perduto.
- Il Fondo di Garanzia non è un vero e proprio contributo economico ma consente di richiedere allo Stato un finanziamento gratuito. Le domande possono essere presentate sia da singole professioniste sia da imprese femminili direttamente alla banca ed al Fondo.
- L’Autoimpiego Invitalia è un valido alleato per sviluppare ed avviare piccole attività imprenditoriali da parte di donne disoccupate o in cerca della prima occupazione. Invitalia, l’agenzia nazionale per l’attrazione di investimenti, si occupa della gestione del fondo che offre l’assistenza sulla base del lavoro autonomo sotto forma di ditta individuale, microimpresa e franchising.
- Il Microcredito prevede una garanzia sull’eventuale prestito richiesto da parte di imprese femminili già esistenti o da professioniste dotate di partita IVA da almeno 5 anni. Per accedere a questa agevolazione le imprese possono avere al massimo 5 dipendenti oppure 10 in caso di SRL semplificate e cooperative e società di persone.
- Le agevolazioni sono finalizzate ad avviare l’attività imprenditoriale, realizzare nuove idee e progetti, acquistare nuovi prodotti e servizi e tutte le altre operazioni necessarie a finanziare un’azienda o una start up in via di sviluppo.
- Infine i contributi a fondo perduto sono incentivi destinati a lanciare l’impresa femminile ed una parte del capitale non deve essere restituita. In genere il 50% dei fondi sono a fondo perduto ed il restante viene rimborsato in tasse mensili a tasso agevolato per non gravare eccessivamente sul budget aziendale e permettere alle aziende di crescere senza essere strangolate da obblighi, debiti ed incombenze.