Lo smartphone è diventato parte integrante delle nostre vite e ha influenzato addirittura le nostre abitudini. Ti è mai capitato ad esempio di usare il cellulare in ogni momento della giornata, anche se non ne hai bisogno, magari per controllare l’email o se sono arrivati messaggi? Oppure di scorrere ossessivamente e compulsivamente i social? Se la risposta è sì sei dipendente da smartphone e anche di infinite scrolling. Ma precisamente cos’è la dipendenza da scrolling?
Si tratta per l’appunto dello scorrimento ossessivo online che può avere anche ripercussioni piuttosto serie nella socializzazione di tutti i giorni, sul lavoro o nella vita privata soprattutto se continuo. Come funziona esattamente? Quali sono le cause? E i rimedi? Domande alle quali forniamo una risposta nei seguenti paragrafi.
Cos’è la dipendenza da scrolling?
Il fenomeno, noto come infinite scrolling o doom scrolling, rappresenta quello scorrimento verso il basso che si fa col dito per caricare continuamente contenuti che possono essere video, foto, post o testi. Con lo scroll infatti si fa un refresh continuo delle pagine alla ricerca di qualche contenuto nuovo che possa risvegliare la nostra attenzione o il nostro interesse.
Inizialmente questo fenomeno era diffuso principalmente sui social, ma poi si è trasferito anche sui siti. Per cercare qualcosa su una pagina si va verso il basso, ma si tratta di un’azione quasi meccanica. Anche quando troviamo ciò che ci interessa continuiamo a cercare qualcosa ossessivamente, senza sapere bene neanche cosa.
Si scorre solo per il gusto di vedere nuovi contenuti, spesso senza neanche leggerli o al massimo facendolo in modo superficiale. Ciò che conta non è tanto il contenuto di per sé, quanto piuttosto vedere che le cose cambiano in continuazione.
Ripetiamo questo gesto all’infinito per combattere la noia, alla ricerca di qualcosa di imperdibile e che sia più appagante della stessa vita reale.
Quando si può parlare di dipendenza?
Lo scrolling è una pratica che riguarda più o meno tutti indistintamente. Alcuni lo fanno solo per pochi minuti, mentre altri proprio non ne possono fare a meno. Si può parlare di dipendenza da scrolling quando viene fatto tralasciando cose più importanti, come il lavoro o le relazioni interpersonali.
Le persone fanno scrolling in ogni momento: al lavoro, durante la pausa pranzo, mentre guardano un film, quando aspettano una persona, alla fermata della metro o ferme al semaforo. In tutte queste circostanze, per motivi diversi, sarebbe molto più opportuno mettere da parte lo smartphone e guardare il mondo che ci circonda.
Partendo dal presupposto che usare il cellulare alla guida è vietato, tenere lo smartphone in mano in auto, anche se fermi al semaforo, può rappresentare un pericolo poiché non consente di vedere cosa succede intorno.
“Scrollare” al lavoro invece può portare a commettere errori gravi, così come nella quotidianità non consente di parlare con le persone care. Tra l’altro lo si fa per guardare cose inutili, già viste o perfino stupide e controproducenti.
Da cosa dipende lo scrolling?
Quali sono le cause che innescano questo meccanismo perverso che si ripete all’infinito? La risposta potrebbe sorprendere: alla base non c’è un problema psicologico, ma si tratta di un vero meccanismo chimico.
Tutto ciò che è legato all’online, come videogiochi, chat o social attivano dei processi dopaminergici, cioè capaci di scatenare la produzione della dopamina, il neurotrasmettitore del piacere. La dopamina viene sintetizzata quando si attende una risposta e, per capire quanto sia potente, basta sapere che questo neurotrasmettitore si attiva anche nella ludopatia e nella tossicodipendenza.
L’attesa di una risposta o la semplice “abbuffata” di contenuti, anche se visti in modo veloce è superficiale, provoca del piacere o almeno dovrebbe. Con questa speranza quindi si “scrollano” ossessivamente contenuti e si resta incollati allo smartphone, in attesa di trova qualcosa di bello, di stupefacente e di epico che ci regala quella scossa di piacere tanto desiderata. La ricerca però si rivela spesso vana, col risultato di perdere molto tempo prezioso a scorrere il cellulare.
Come contrastare questo fenomeno?
La dipendenza da scrolling può provocare ritardi, disattenzioni e scarsa produttività sul lavoro, ma anche problemi nelle relazioni con gli altri, magari col marito o con i figli che si sentono messi in secondo piano.
Combattere frontalmente lo scrolling, come ogni forma di dipendenza, è rischioso. Sarebbe opportuno adottare tattiche che aggirano il problema riducendo quindi il rischio di cadere in tentazione.
Gli esperti consigliano, a meno che non sia strettamente necessario, di lasciare il cellulare lontano almeno per un determinato periodo di tempo. Se stai lavorando al pc potrebbe essere una buona idea lasciare lo smartphone in una stanza lontana.
Quando stai guidando invece il cellulare va riposto in una borsa, o comunque in una parte difficile da raggiungere per evitare pericolose distrazioni. Non appoggiare lo smartphone sul comodino quando vai a dormire e, se esci per una passeggiata, lascialo a casa.
Se stai guardando un film o esci per una gita fuori con i tuoi figli, faresti bene a spegnerlo del tutto così da eliminare a monte la tentazione di “scrollare”. La cosa migliore per spezzare la dipendenza da scrolling è tenere il cellulare lontano quanto più possibile.
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